La Teoria dell’Evoluzione in opposizione alla Creazione dell’uomo e dell’universo da parte di Dio l’Artista: Recenti scoperte della scienza indicano che la teoria dell’evoluzione non è vera. Creazionisti, la Bibbia, il Cristianesimo ed altre religioni dicono che lo spazio, l’universo, l’uomo e le cose viventi sono create dalla Grazia di Dio e non dall’evoluzione, dalla termodinamica o dalla teoria del Big Bang.


Per fede noi comprendiamo che l'universo è stato creato dalla parola di Dio; così che le cose visibili non sono state fatte a partire da altre cose visibili. (Ebrei 11:3)
Ma tu, Signore, sei il vero Dio, sei tu il Dio vivente, tu sei re per sempre. Quando sei sdegnato, la terra trema, le nazioni non resistono al tuo furore.Voi direte alle nazioni straniere: “I vostri dèi non hanno fatto il cielo e la terra. Perciò dovranno scomparire dalla faccia della terra, da ogni regione che è sotto il cielo”. Il Signore potente ha formato la terra, con la sua sapienza ha creato il mondo, ha disteso il cielo con la sua intelligenza. (Geremia 10:10-12)

Divisore della pagina;ornamento per il tema:Dio l’Artista; Creazione o Evoluzione; Dio e il Cristianesimo o la Teoria Evoluzionista. L’uomo e l’universo sono creazioni di DIO, come affermato dalla Genesi, oppure la terra e l’umanità sono una coincidenza, un colpo di fortuna dell’evoluzione? L’origine dell’universo è il Big Bang?

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La Bibbia c’insegna che Dio ha creato l'universo e tutto ciò che contiene. La teoria dell'evoluzione ci dice che l'uomo è il prodotto dello sviluppo di semplici forme di vita in forme più complesse, il risultato di probabilità accidentali, come una macchina che si costruisce da sola. La teoria dell'evoluzione si sbarazza della necessità di un Creatore intelligente.

Che queste forme di vita semplici possano diventare forme di vita più complesse può sembrare una teoria attraente, ma non regge. Ecco alcuni punti incoerenti importanti della teoria dell'evoluzione:

  1. La credenza nella teoria dell'evoluzione viola la prima Legge della Termodinamica, la legge della conservazione dell'energia, secondo la quale l'energia può essere convertita da una forma all'altra, e non può essere creata né distrutta. Nulla nell'economia della legge naturale può essere la causa della sua esistenza. L'energia richiesta per l'evoluzione innovatrice, ad esempio un pesce che sviluppa gambe e che esce da una palude primordiale, contraddice le leggi inviolabili della fisica. La struttura attuale dell'universo è una struttura di conservazione. La teoria della creazione è d'accordo con il punto di vista biblico che fa di Dio il Creatore dell'Universo. Poiché Dio si è riposato dalla sua opera (Genesi 2:3), l'energia non è più generata. La liberazione dell'energia nel corso di una reazione di fissione atomica, non è la creazione d'energia, ma un cambiamento di forma della materia in energia.
  2. La teoria dell'evoluzione viola la seconda Legge della Termodinamica, la legge della diminuzione dell'energia. L'energia utilizzabile in un sistema funzionale ha la tendenza a diminuire, anche se l'energia totale rimane costante. I sistemi strutturati progrediscono da uno stato ordinato e complesso verso uno stato meno ordinato, disorganizzato, ed aleatorio. È ciò che si definisce “entropia”. Teoricamente, in una situazione rara, limitata e temporanea, si dovrebbe avere uno stato più ordinato. Ma tutti i sistemi si deteriorano secondo questa legge. L'evoluzione è in violazione diretta della seconda Legge della Termodinamica. Gli evoluzionisti ne sono a conoscenza e quindi la loro teoria implica che ci sia stata una violazione costante della seconda Legge della Termodinamica per miliardi di anni., l'evoluzione, da un punto di vista statistico non soltanto è estremamente improbabile, ma praticamente impossibile.
  3. L'evoluzione viola la Legge della Biogènesi, secondo la quale la vita può venire soltanto da una vita che era preesistente e genererà soltanto la sua specie. La credenza nell'evoluzione è principalmente una credenza in una “generazione spontanea”: la vita è apparsa quando un lampo ha fulminato un brodo primitivo e come per magia, una cellula viva si è formata. Pasteur (1860), Spallanzani (1780), e Redi(1688) confutano il fatto che dei vermi possano venire dalla carne marcita, le mosche delle bucce di banana, (ecc....). Quando la materia in decomposizione è stata isolata e pre - sterilizzata nessuna vita è apparsa, poiché non c’era stata nessuna contaminazione biologica.
  4. Non c'è nessuna prova nella registrazione fossile per sostenere l'evoluzione. Secondo la teoria generale dell'evoluzione, la progressione di base della vita che arriva all'uomo è cominciata con materia non viva, quindi i protozòi, poi i metazoi, gli invertebrati, i pesci vertebrati, gli anfibi, i rettili, gli uccelli, i quadrupedi da pelliccia, le scimmie e l'uomo. Se la teoria dell'evoluzione fosse esatta, dovremmo aspettarci di trovare un gran numero di forme transitorie preservate obiettivamente nelle “registrazioni fossili.” Ma non se ne trova alcuna traccia. Si è inizialmente creduto che lo archeopteryx fosse una forma transitoria, ma i paléontologi hanno ammesso che si trattava di un vero uccello. Gli evoluzionisti, coscienti di quest’ovvio errore della loro tesi, sostengono ora che i fossili non sono presenti perché ci sono stati “scoppi evoluzionisti” in un periodo di miliardi di anni, che, a causa della loro rapidità e brevità, non hanno lasciato impronte nel tempo. Tuttavia, una teoria di “scoppi evoluzionisti” non è ancora sostenuta dalla prima né dalla seconda Legge della Termodinamica, né dalla Legge della Biogènesi.
  5. La registrazione fossile non ha potuto documentare un solo “anello mancante” verificabile tra l’uomo e la scimmia. Compilazioni di prove insufficienti ed inesatte, modelli interamente basati su speculazioni, interpretazioni artistiche abbondano, ma non c’è nessuna prova scientifica che conferma l'esistenza dell’anello mancante. “Scoperte positive” di un anello mancante sono annunciate periodicamente, per concludersi soltanto in discussioni, revisioni o sconfessioni. L'uomo del Nebraska fu costruito a partire dalla scoperta di un solo dente nel 1922, che non era altro che il dente di una specie scomparsa di maiale.

    Nel 1891, l'uomo scimmia di Java, chiamato anche Pithecanthropus Erectus (l'uomo scimmia erectus) fu ricostruito a partire da un piccolo pezzo della cima di un cranio, un frammento del femore sinistro, e di tre molari. I resti furono raccolti su un’estensione di settanta piedi (21.336 metri), in un vecchio letto di fiume, mescolati con le ossa di animali estinti. L’ipotetico anello mancante fu trovato avvalendosi di prove scarse o inesistenti che tutti i pezzi provenissero dallo stesso animale. Il Dott. Eugene Dubois, un evoluzionista entusiasta, venne più tardi alla conclusione che le ossa erano i resti di una specie di gibbone, di una scimmia.

    Nel 1912, Charles Dawson, un paleoantropologo dilettante presentò ossa, denti ed attrezzi primitivi che avrebbe trovato in una cava a Piltdown, Sussex, in Inghilterra. Nell'ottobre 1956, la rivista Reader's Digest pubblicò un articolo, un riassunto dalla pubblicazione Popular Science Monthly, il cui titolo era “Il grande inganno di Piltdown”. Un nuovo metodo per datare le ossa, la prova di fluorite, rivelò che le ossa di Piltdown erano false. I denti erano stati limati e sia le ossa che i denti erano stati decolorati con il dicromato di potassio per nascondere la loro vera origine. Tutti gli “esperti” furono fuorviati per oltre quarant’anni.

    Per molti anni si è creduto che l'uomo di Neandertal fosse l’anello mancante. Era descritto come una creatura pelosa, semi eretta, dal petto potente, che di solito aveva una clava in mano. Altri scheletri neandertaliani hanno dimostrato che l'uomo di Neandertal era completamente eretto, interamente umano, la cui capacità del cervello eccedeva quella dell'uomo moderno del 13 per cento. Si è concluso che il primo esemplare era, con tutta probabilità, affetto da osteoartrite o da rachitismo. Oggi, l'uomo di Neandertal è considerato Homo Sapiens.

    Henry Morris nel suo libro ben noto Creation And The Modern Christian - la creazione ed il cristiano moderno - (Master Book Publishers, El Cajon, California, 1985) sottolinea:

    “Se l'evoluzione fosse vera, allora le varie tappe dell'evoluzione umana dovrebbero essere meglio documentate di tutte, poiché l'uomo si suppone che sia l’evoluzione più recente, e che ci siano più ricercatori di fossili in questo settore che in altri.Tuttavia, come abbiamo visto precedentemente, la prova vera è estremamente frammentaria e molto sospetta. Esattamente quali fossili di ominidi potrebbero essere gli antenati dell'uomo, la data e l'ordine nei quali sono stati trovati, rimane materia di accesi dibattiti anche fra gli antropologi evoluzionisti.”

    Henry Morris sottolinea il fatto che l'antenato comune dell'uomo e della scimmia che si è a lungo cercato, soprattutto quello dell’ “australopiteco” e della famosa “Lucy”, potrebbe essere una creatura che vive ancora, una specie di scimpanzè pigmeo chiamato “bonobo”. Il “bonobo” vive nella giungla dello Zaire. La sua dimensione, la sua altezza e la dimensione del suo cervello sono quasi identiche a quelle di Lucy, che sarebbero i fossili di ominidi più antichi (Science News, 5 febbraio1983, p. 89).

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  6. L'evoluzione non arriva a spiegare neppure l'esistenza di una “semplice cellula” Gli organismi unicellulari più semplici hanno nei loro geni e nei loro cromosomi tanti dati quanti quelli che sono contenuti nelle lettere delle più grandi biblioteche del mondo - cento miliardi di lettere. Ci sono centinaia di migliaia di geni in ogni cellula. La maggior parte delle forme di vita contiene miliardi di questo tipo di cellule complesse perfettamente ordinate. È impossibile che un processo aleatorio abbia potuto organizzare tante informazioni. La probabilità matematica che un corpo umano si formi casualmente è la stessa che dall’esplosione in una tipografia si formi un dizionario.

Secondo Sir Fred Hoyle, un ateo autore della teoria “dello stato di stabilità” dell'origine dell'universo, la probabilità della formazione aleatoria della vita è così insignificante che può essere paragonata a quella di “un tornado che risucchia una discarica pubblica e, con questi elementi, mette insieme un boeing 747” (“Hoyle on Evolution”, Nature , Vol. 294, Nov. 12, 1981, p.105). Fred Hoyle e Chandra Wickramasinghe, un astronomo matematico, hanno calcolato la probabilità della comparsa spontanea della vita dovunque nell’universo, nel raggio di 15 miliardi di anni luce, e l’hanno ritenuta inferiore ad una possibilità di 1 con trenta zeri dietro. Sir Fred Hoyle ed il dott. Wickramasinghe sono stati forzati a riconoscere che la vita deve essere stata creata da un'intelligenza superiore (un tipo d'intelligenza panteista che avrebbe creato delle spore che si trovavano, per una ragione o per un'altra, in altre regioni dell'universo e sono arrivate come alla deriva sulla terra), poiché il processo è troppo complesso per essersi manifestato naturalmente.

Sir Fred Hoyle fa un altro raffronto colorito, che utilizza una creatura pelosa cara agli evoluzionisti: “Indipendentemente dalla dimensione dell'ambiente che si considera, è impossibile che la vita abbia avuto un inizio aleatorio. Schiere di scimmie che si affannino a battere sui tasti di una macchina da scrivere, non potranno mai scrivere le opere di Shakespeare, per la semplice ragione che l'universo intero osservabile non è abbastanza grande per contenere tutte le scimmie necessarie, le macchine da scrivere necessarie e certamente non i cestini della carta straccia che occorrerebbero per gettare le bozze. Lo stesso vale per le materie vive” (p. 148).

Gli uomini faranno di tutto per razionalizzare il fatto che non esiste un Architetto personale dell'Universo che abbia creato ogni vita con intelligenza. Anche tenendo conto soltanto delle informazioni generali e i dati in corsivo di questo sito, credere nell'evoluzione richiede più fede che credere in un Creatore intelligente. L'evoluzione è una teoria senza prova scientifica a suo sostegno. È una fede vuota per quelli che non vogliono credere in Dio e che dovrebbero essere insegnata come una religione, una religione che ha ispirato Karl Marx per sviluppare la sua teoria della lotta di classe, e Adolf Hitler per il suo culto del superuomo ariano. Molti furono sacrificati alla loro spietata utopia e visione amorale. L'evoluzione è un sistema di credenza che considera un feto alla stregua di un embrione animale che non ha diritto alla vita, invece che una creatura di Dio, come Davide scrive in Salmi 139:13, 15:

Tu mi hai plasmato il cuore,
mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, Signore: mi hai fatto
come un prodigio.
Lo riconosco: prodigiose sono le tue opere.
Il mio corpo per te non aveva segreti
quando tu mi formavi di nascosto
e mi ricamavi nel seno della terra.

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La terra è stata concepita da un Signore intelligente perché la vita vi sia possibile.

  1. La terra è collocata proprio alla giusta distanza dal sole, per poter ricevere esattamente la quantità sufficiente di calore, affinché la vita vi sia possibile. Gli altri pianeti del nostro sistema solare sono o troppo vicino al sole (troppo caldo) o troppo lontani (troppo freddo) per permettere la vita.
  2. Ogni cambiamento sensibile nella velocità di rotazione della terra renderebbe la vita impossibile. Ad esempio, se la terra girasse ad un decimo della sua velocità attuale, tutta la vita vegetale sarebbe bruciata di giorno e congelata di notte.
  3. I cambiamenti di temperatura sono mantenuti in limiti ragionevoli grazie all'orbita quasi circolare della terra attorno al sole.
  4. Le temperature estreme sono moderate con il vapore acqueo ed il diossido di carbonio, che creano un effetto serra.
  5. La luna gira attorno alla terra ad una distanza di circa 240.000 miglia e causa maree non pericolose sulla terra. Se la luna si trovasse ad un quinto della sua distanza attuale, i continenti sarebbero completamente sommersi due volte al giorno.
  6. Lo spessore della crosta terrestre e la profondità degli oceani sembrano essere stati accuratamente studiati. Aumenti di alcuni pollici soltanto in questo spessore, o questa profondità, influirebbero considerevolmente sull'assorbimento dell'ossigeno libero e del diossido di carbonio, al punto che la vita vegetale e la vita animale non esisterebbe.
  7. L'asse della terra è inclinato di 23,5 gradi rispetto al piano dell'orbita. Questa pendenza, combinata con la rivoluzione della terra attorno al sole, è all'origine delle nostre stagioni, che sono assolutamente vitali per la produzione di prodotti alimentari.
  8. L'atmosfera della terra (lo strato d'ozono) funge da schermo e protegge da radiazioni ultraviolette solari letali, che potrebbero distruggere ogni forma di vita.
  9. L'atmosfera della terra la protegge anche da circa 20 milioni di meteore che vi penetrano ogni giorno ad una velocità di 30 miglia (48.28032 Km) al secondo! Senza questa protezione la vita sarebbe seriamente minacciata.
  10. La terra ha una dimensione ed una massa perfette perché la vita vi sia possibile, con un equilibrio preciso tra le forze gravitazionali (essenziale per conservare l'acqua e l'atmosfera) e la pressione atmosferica.
  11. Le due costituenti primarie dell'atmosfera della terra sono l'azoto (78 per cento) e l’ossigeno (20 per cento). Questa proporzione delicata e critica è essenziale per qualsiasi forma di vita.
  12. Il campo magnetico della terra fornisce una protezione importante contro radiazioni cosmiche pericolose.
  13. La terra usufruisce di una misura abbondante d'acqua, che è la sostanza chiave della vita, a causa delle sue proprietà fisiche notevoli ed essenziali.

“Tutte queste combinazioni perfette e complesse di condizioni strettamente legate e di fattori essenziali a forme di vita delicate, dimostrano in modo innegabile l'esistenza di un Creatore intelligente. Credere che un sistema di vita progettato in modo così elaborato e così accuratamente equilibrato sia il risultato di un semplice cambiamento è assolutamente stupido. Indubbiamente, l'osservatore onesto ed oggettivo non ha altra scelta che concludere che il sistema terra-sole è stato accuratamente e intelligentemente progettato per l'uomo da Dio. “(Huse, Scott M., The Collapse of Evolution - il crollo dell'evoluzione)”

“Infatti, fin da quando Dio ha creato il mondo, gli uomini con la loro intelligenza possono vedere nelle cose che egli ha fatto le sue qualità invisibili, ossia la sua eterna potenza e la sua natura divina” (Romani 1:20).

Riegle, D.D., Creation or Evolution , Zondervan Publishing House, Grand Rapids, Michigan, 1971, pp.18-20.

Huse, Scott M. The Collapse of Evolution. Grand Rapids: Baker Books, 1997, third edition.

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Argomentazione cosmologica - Una causa prima

A. Se qualcosa esiste, deve esistere anche ciò che è necessario alla sua esistenza.

B. L'universo esiste.

C. Ciò che è necessario per l'esistenza dell'universo deve anche esistere.

D. Ciò che è necessario per l'esistenza dell'universo non può esistere all'interno dell'universo, né essere limitata dal tempo e dallo spazio. Di conseguenza, ciò che è necessario per l'esistenza dell'universo deve trascendere lo spazio e il tempo.

E. Emmanuel Kant, noto filosofo russo (1724-1804), giustificava il suo agnosticismo con quelle che percepiva come contraddizioni sul tempo (A) e la causalità (B):

A. Il Tempo:

Tesi: l'universo deve aver avuto un inizio, altrimenti un numero infinito di momenti sarebbe passato da allora, cosa che è impossibile, poiché l'infinito non può essere attraversato.
Antitesi: Ma l'universo non ha potuto avere un inizio, altrimenti il tempo sarebbe esistito prima che il tempo cominci.

B. Causalità:

Tesi: Non tutte le cause hanno una causa, altrimenti la serie non sarebbe mai iniziata, ma non è così. Dunque, ci deve essere una prima causa.
Antitesi: Ma la serie non può avere inizio, poiché tutto ha una causa. Dunque non ci può essere una prima causa.

Analisi:
Secondo l’antinomia kantiana di causa ed effetto (paradosso), non tutte le cose hanno una causa, ma soltanto degli esseri contingenti o finiti. Un Essere necessario, primo o eterno non ha bisogno di causa.

Kant ha sostenuto che un’Essere infinito poteva essere percepito soltanto in un universo infinito. Il modo in cui l'universo si è creato è senza importanza poiché non possiamo conoscerlo con i nostri sensi (sensibilità). Per Kant, le proprietà universali che formano tutti gli aspetti delle cose nella nostra mente sono le condizioni di apparenza transcendantale a priori, che sembrano simili alle Forme di Platone (Eidos), o universali che si trovano dietro l’apparenza fisica.

Secondo Kant, ci sono due condizioni che sono applicabili ad ogni percezione: lo spazio e il tempo. Né lo spazio né il tempo possono essere considerati come realtà che esistono interamente al di fuori di noi, non ne siamo semplici spettatori. Fanno parte in un certo senso della nostra coscienza interna.

Per Kant, lo spazio deve essere presupposto. Non possiamo concepire lo spazio al di la di noi stessi senza presupporre anche la cosa che tentiamo di concepire. La rappresentazione dello spazio è un'intuizione a priori. Lo spazio è un concetto che esiste nel nostro pensiero prima dell'esperienza. Il tempo non è un concetto empirico derivato da qualsiasi esperienza. Inoltre, il tempo è un concetto che esiste nel nostro pensiero a priori, prima dell'esperienza. Anche se sperimentiamo lo spazio ed il tempo ad un livello empirico, non possiamo concludere che questi siano obiettivamente reali. Fanno parte della struttura della nostra coscienza, e non delle cose che la nostra coscienza scopre originariamente fuori di essa stessa, Kant lo esprime in questi termini: lo spazio ed il tempo sono ideali transcendentali.

Il concetto di Kant di un universo infinito (abbracciato anche da Aquinas, che ha sostenuto il fatto che non c’è ragione per cui Dio stesso abbia dovuto precedere la sua creazione nel tempo) in fondo è d’accordo con il modello dello Stato di Stabilità dell'universo, che suggerisce un universo infinito, un universo dove la creazione della materia è un atto della natura, ed anche una legge della natura, e non un miracolo che ha avuto luogo in un tempo preciso al di fuori della natura. C'è un'auto - creazione spontanea e continua di materia nuova. Per Fred Hoyle, uno dei tre astrofisici britannici che hanno inventato il modello dello Stato di Stabilità, “l'universo è tutto”. Nulla può oltrepassare il regno della natura.

Negli ultimi tre decenni, la scienza, che utilizza la teoria della relatività generale di Einstein, ha confutato la concezione kantiana del tempo e dello spazio, un universo infinito, dimostrando che lo spazio ed il tempo sono proprietà fisiche, e come tali finite. Le proprietà fisiche sconosciute o noumena, come Kant le ha definite, sono diventate empiriche (osservabili e dunque misurabili)

L'universo non è infinito:

Le scoperte del satellite astronomico COBO (COsmic Background Explorer) ha fornito prove potenti sul fatto che qualsiasi materia, energia, spazio e tempo scaturiscono da uno stato infinito, o vicino all'infinito, a densità, a temperatura e a pressione. Si può illustrare l'origine dell'universo intero: una singolarità, uno spazio infinitamente ristretto, che rappresenta i limiti nei quali lo spazio ha cessato di esistere, o nei quali lo spazio inizia ad esistere.

La teoria del Big Bang sostiene che tutto il potenziale dell'universo, alcuni miliardi di galassie, sono scaturite da un punto più piccolo di un protone, che era una struttura vuota, di probabilità di meccanica quantica chiamata campo scalare. Inoltre, questo punto vuoto, un “falso” aspiratore, conteneva potenzialmente non soltanto un universo, ma milioni di altri. Come Gregg Easterbrook ha descritto molto poeticamente, se credete al Big Bang, “credete che nel momento in cui il Big Bang ha avuto luogo, il cosmo si è sviluppato da una punta d'ago ad una dimensione cosmologica in meno di un secondo - lo spazio stesso che scaturisce in un torrentedi fisica pura, l'onda del nuovo cosmo, che si muove centinaia di miliardi di volte più rapidamente della luce.” Credete che questo processo abbia iniziato deformazioni così potenti, che in un momento l'universo in ascita si sia curvato in un grado surrealista. Una curvatura estrema ha normalmente causato la materializzazione di 'particelle virtuali', a partire da una profondità quantica in numeri da cornucopia, la materia dell'esistenza si è 'letteralmente creata a partire dal nulla', come è stato affermato da Scientific American” (Gregg Easterbrook, “Science Sees The Light” la scienza vede la luce - the New Republic, October 12,.1998).

Prove del Big Bang:

A. L'espansione dell'universo secondo Hubble. Hubble ha scoperto una relazione lineare tra la distanza alla quale si trova una galassia remota ed il suo redshift. All'inizio degli anni 1900, gli astronomi hanno osservato che la luce di galassie lontane si muoveva verso le lunghezze di onde più lunghe, o dello spettro dei rossi, cosa che era interpretata come un rapido distanziarsi delle galassie le une dalle altre. Un movimento blu avrebbe segnalato che le galassie si avvicinavano le une alle altre.

B. Nel 1965, dei radioastronomi hanno individuato leggere onde radio ovunque puntassero i loro radiotelescopi. Questa scoperta ha confermato le previsioni di George Gamow, Ralph Alpher, e di Robert Herman negli anni 1940, e cioè che se l'espansione dell'universo avesse avuto luogo a partire da una testa di spillo, una radiazione leggera di fondo da quell’evento, di alcuni gradi sopra lo zero assoluto, dovrebbe trovarsi ovunque nel cielo. Questa firma del modello del Big Bang fu più tardi confermata nel 1992 e nel 1993 dal satellite COBE. Il satellite COBE ha dimostrato che questa radiazione cosmica di fondo corrisponde al profilo dello spettro di un radiatore perfetto, con una precisione al di sopra dello 0,03 per cento, su tutta una portata di lunghezze d’onda ed è quindi cinquecento miliardi di volte più entropica (efficace nella distribuzione d'energia), che una candela accesa la cui entropia specifica è di circa 2. Soltanto un grande cataclisma caldo può spiegare l'enorme entropia specifica dell'universo. Questo ha permesso di trascurare la teoria di un universo in espansione-contrazione ciclica, e prova il fatto che l'universo sia soltanto in espansione.

C. Le previsioni verificate della sintesi degli elementi della luce nei primi minuti del Big Bang. L'abbondanza universale dell'elio, notevolmente costante da una galassia all’altra, dimostra un'origine cosmologica comune. Il deuterio è distrutto nelle stelle, ma si possono osservare tracce di quantità di deuterio, ancora non formate, nell'ambiente interstellare, come un'abbondanza di litio, che indica anche un denominatore comune di creazione.

Il tempo è una proprietà fisica con un inizio:

Nella sua Teoria della Relatività Speciale, Einstein suggerisce che la misura dell'intervallo tra due eventi dipenda dal modo in cui l'osservatore si muove. Quando due osservatori si muovono ad una velocità relativa uno dell'altro, c'è una dilatazione del tempo. Orologi atomici possono misurare lo spostamento della dilatazione del tempo alla velocità di un aereo, che è soltanto di alcuni nanosecondi per un volo tipico. Se un astronauta dovesse andare su una stella vicina, ad una velocità vicina a quella della luce, e tornare sulla terra, partendo per un viaggio della durata di un anno, al suo ritorno sulla terra sarebbero trascorsi dieci anni, secondo la velocità del viaggio.

La velocità è un modo di precedere il tempo e la gravità ne è un'altra. Nella sua teoria generale della relatività, Einstein ha predetto che la gravità rallenta il tempo. La sua teoria fu provata da Arthur Eddington durante la prima guerra mondiale, quando inviò una spedizione nel nord del Brasile per misurare la curvatura della luce della Hyades causata dal sole durante un'eclissi solare (David Bodanis, "E=mc2"). Gli orologi avanzano più rapidamente in un attico o in uno spazio vicino, che al suolo. L'effetto è minuscolo, è stato misurato da orologi precisi (Paul Davies, “How to build A Time Machine”- Come costruire una macchina del tempo – Scientific American, settembre 2002, p. 52).

Più una stella è pesante, più il tempo è rallentato. Alla superficie di una stella a neutrone il tempo è rallentato del 30 per cento circa, relativamente al tempo sulla terra. Alla superficie di un buco nero il tempo è immobile rispetto alla terra. Se, stando vicino a un buco nero, vi si cadesse dentro, nel breve intervallo di tempo necessario per raggiungere la superficie, dall’evento “orizzonte” alla superficie della singolarità, sarebbe trascorsa tutta l'eternità nell'universo. Le storie di fantascienza mostrano regolarmente navi spaziali che si avvicinano ad un buco nero e si ritrovano catapultate nel futuro.

Einstein ha riconosciuto che, il pensiero che la sua teoria della relatività potrebbe permettere di viaggiare nel passato, lo disturbava. Gli effetti quantici sarebbero dominanti in situazioni di viaggio nel tempo, secondo le argomentazioni di David Deutsch (“The Fabric of Reality” – la fabbrica della realtà - p. 312). “Le versioni candidate tipiche di una teoria della gravità, non soltanto accettano l'esistenza di legami con il passato nel multiuniverso, ma predicono anche che questi legami si formano continuamente e si rompono spontaneamente, fenomeno che ha luogo nello spazio e nel tempo, ma in una scala sotto-microscopica. La via tipica formata da questi effetti è di 10-35 metri di larghezza, e resta aperta per il tempo di un Planck (circa 10-43 secondi), e quindi raggiunge soltanto un Planck nel passato.”

Forse la prossima generazione di acceleratori di particelle potrà creare tunnel spazio -temporali che sopravvivano abbastanza a lungo perché particelle vicine possano effettuare circuiti causali brevi, ma ciò sembrerebbe incredibile a causa dell’enorme dispendio d'energia che ciò richiederebbe. Tunnel spazio-temporali stabili, che si possano attraversare restano, per ora, soltanto materia di romanzi di fantascienza.

Basandosi sulla relatività generale, Hawking, Penrose, ed Ellis hanno presentato una “proposta” di spazio - tempo che sollecita che le dimensioni di lunghezza, altezza, e tempo esistono soltanto da quando l'universo si è espanso. Secondo il loro teorema, il tempo ha veramente un inizio.

Tuttavia, in “A Brief History of Time” – Storia breve del tempo - Steven Hawking non è molto sicuro del fatto che il tempo abbia un inizio, potrebbe essere un tipo di “noumena” kantiano. Egli afferma: “Con il successo delle teorie scientifiche nel descrivere gli eventi, la maggior parte della gente pensa che Dio permetta che l'universo si sviluppi secondo un insieme di leggi e non interviene nell'universo per violare le sue leggi.” Tuttavia, le leggi non ci dicono com’era l'universo all'inizio - spetta ancora a Dio portare indietro l'orologio e decidere l'inizio. Poiché l'universo ha avuto un inizio, supponiamo che abbia un creatore.

“Il tempo” per definizione è un ambito, o una dimensione, nella quale la causa e l'effetto si producono (Hugh Ross, “The Creation and the Cosmos” - La creazione e il cosmo). “Se l'inizio del tempo ha avuto luogo contemporaneamente all'inizio dell'universo, come afferma il suddetto teorema dello spazio-tempo, allora la causa dell'universo deve essere una certa entità che opera in una dimensione temporale completamente indipendente, ed esistente prima della dimensione temporale dell'universo. La conclusione è estremamente importante per la nostra comprensione della persona di Dio e di ciò che Egli non è. Ci dice che il creatore è transcendente, operante oltre i limiti dimensionali dell'universo. Ci dice che Dio non è l'universo stesso, e non é neppure contenuto nell'universo. Il panteismo e l’ateismo non coincidono con questi fatti.”
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L'approcccio quantico all’origine dell’universo:

“Hawking e Penrose hanno provato che le equazioni classiche della Relatività Generale, richiedono assolutamente il fatto che ci sia stata una singolarità alla nascita dell'universo, un punto dove il tempo è cominciato. Non si può evitare la questione della singolarità nel quadro della Relatività Generale. Se si eliminassero le singolarità nell'Universo reale, la sola speranza è di migliorare la teoria della relatività introducendo gli effetti della teoria quantica e sviluppando una teoria quantica della gravità” (John Gribbin, “In Search of the Big Bang - Quantum Physics and Cosmology” - Alla ricerca del Big Bang - Fisica quantica e cosmologia. Dal capitolo “A Seeker of Singularities” - Un ricercatore di singolarità).

Spiegare l'origine dell'universo utilizzando il solo approccio quantico è impossibile e resterebbe soltanto un altro teorema filosofico piuttosto che scienza. La matematica quantica può permettere il calcolo del comportamento degli atomi e delle particelle sub -atomiche, ma l'applicazione della matematica quantica all'universo intero è quasi impossibile, poiché la teoria quantica non spiega come una particella, o un sistema giunge da uno stato A ad uno stato B. Secondo l'interpretazione di Copenaghen della fisica quantica, quando non osserviamo un sistema, egli esiste in una sovrapposizione di tutti gli stati possibili nei quali può trovarsi. Tuttavia, quando misuriamo questo sistema, è ridotto ad uno solo dei molti stati possibili. L'osservazione di un solo sistema riduce la funzione d'onda ad uno stato unico, soltanto sulla base della probabilità. Poi, quando cessiamo di esaminare il sistema, questo si estende nuovamente in una sovrapposizione di tutti gli stati possibili. Quando riesaminiamo il sistema, certamente esamineremo un sistema diverso, poiché la probabilità che il sistema iniziale misurato si riproduca è infinitesimale.

Secondo la teoria quantica, se fossimo capaci di scrivere le equazioni che descrivono le funzioni d'onda sub - microscopica del nostro universo (un compito impossibile), nessun osservatore, a parte Dio certamente, fuori del nostro universo potrebbe farlo cadere in uno stato quantico possibile, soltanto osservandolo.

Mentre la ricerca scientifica diventa più metafisica nel suo tentativo di spiegare l'universo con l'approccio quantico, alcuni hanno abbracciato il “multiverso”. Questa nozione esamina la possibilità che se il nostro universo è emerso dal nulla, altri universi possono anche emergere dal nulla. Nuovi universi possono scaturire in altre dimensioni un miliardo di volte al secondo. La teoria del “multiverso” sostiene che tutti i risultati sono possibili se il mazzo di carte viene mischiato abbastanza spesso, includendo un sistema di supporto della vita sporadico come il nostro. Questa teoria mira a spiegare un universo autonomo, naturale, dove Dio non è necessario come Causa Prima.

Il problema con la teoria del “multiverso”, è che, poiché esistiamo in un universo definito, in uno specifico involucro spazio-tempo, qualsiasi altro universo è una mera speculazione intellettuale, impossibile da provare con i parametri stabiliti del nostro universo, così come un punto non può provare l'esistenza di una linea diritta o di un cubo. Il punto unidimensionale può speculare sull'esistenza di una linea diritta, ma per il punto, la linea è un “noumena”, uno sconosciuto.

Riconciliare la relatività con la teoria quantica per mezzo della pluridimensionalità.

I buchi neri sono oggetti giganteschi che sono così tanto collassati che la loro gravità attira e inghiotte tutto ciò che si trova nei suoi paraggi, un potente aspiratore del vicino spazio. Alcuni buchi neri minuscoli, chiamati “estremi” perdono la loro massa in momenti critici. Com’è possibile ciò , vista la loro estrema densità? E come possono esercitare una gravità senza una massa?

Andrew Strominger ha fatto l'ipotesi che la causa della loro perdita di massa si trova nella loro pluridimensionalità. “Strominger ha scoperto che in sei dimensioni spaziali, la massa di un buco nero estremo è proporzionale alla sua superficie. Poiché la superficie diminuisce, la sua massa finisce per divenire nulla. La risoluzione funziona a causa dell'esistenza di esattamente sei dimensioni spaziali” (Hugh Ross, “Why I Believe In the Miracle of Divine Creation”- Perché credo al miracolo della creazione divina - dell'antologia apologetica “Why I Am a Christian” - Perché sono cristiano - di Norman L. Geisler e Paul K. Hoffman). “Una teoria risolve i due grandi dilemmi. Ecco ciò che afferma la teoria: L'universo è stato creato in dieci dimensioni spazio - tempo in rapida espansione. Quando l'universo aveva soltanto 10 -43 secondi di vita, nel momento in cui la gravità si è separata della forza elettrodebole, sei di queste dieci dimensioni hanno cessato di estendersi. Oggi, queste sei dimensioni rimangono sempre come componenti dell'universo, ma così strettamente arrotolate come erano quando l'universo aveva soltanto 10-43 secondi di vita (nota dell'editore: lo spazio arrotolato è anche detto “spazio Calabi-Yau”). La loro luce è soltanto di 10-33 cm, una luce così piccola che non si può individuare misurandola direttamente.

“Sei categorie di prove indicano che questa teoria è corretta. Ciò che è forse più convincente, è che la teoria della stringa produce un bonus in più, tutte le equazioni della relatività speciale e generale” e si aggiungono alla meccanica quantica.
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Conclusione:

Solo l'accettazione di un Dio soprannaturale e transcendente, fuori delle limitazioni delle dimensioni che possiamo visualizzare e sperimentare (lunghezza, larghezza, altezza, tempo) permette la comprensione della Bibbia. Altrimenti, come si potrebbe spiegare una vita spirituale dopo la morte fisica, la capacità di Gesù di camminare sull'acqua, di annullare le malattie umane, di passare attraverso le pareti con il suo corpo risuscitato, e le centinaia di profezie bibliche esattamente adempiute? E come si potrebbe spiegare la libera scelta umana ed la predeterminazione divina, a meno che il Dio dell'Universo si trovi fuori della dimensione temporale ed abbia potuto vedere l'inizio e la fine delle nostre vite, come pure tutte le decisioni della nostra vita nello stesso tempo? Un Dio che trascende le dimensioni è la sola spiegazione del soprannaturale.

Il Big Bang ci dice che la materia, l'energia, lo spazio ed il tempo sono scaturiti da una singolarità alcuni miliardi di anni fa. Dal punto di vista teologico, questo significa che la causa dell'universo era da ricercare fuori dall'universo stesso, in un essere indipendente, un Creatore.

Non c'era un posto in cui il Big Bang si potesse verificare, poiché lo spazio non esisteva prima del Big Bang. La scienza può verificare la data nella quale quest'evento si è verificato grazie allo spostamento verso il rosso delle galassie più lontane. Queste galassie sono dati osservabili nelle condizioni in cui si trovavano al momento del Big Bang. Le immagini delle galassie che vediamo ora sono state trasmesse 13.7 miliardi di anni prima all’alba della creazione. A causa della loro distanza e della rapidità della luce, riceviamo queste immagini soltanto ora. Lo spostamento verso il rosso indica che queste si stanno allontanando dall'osservatore ed uno spostamento verso il blu che si stanno avvicinando.

Genesi 1:1 dichiara: “In principio Dio creò il cielo e la terra”. Notate che la durata dell'atto della creazione non è indicata ed un universo di 13.7 miliardi non contraddice questo versetto.

Non possiamo sfuggire alla necessità della causa prima, sia che attribuiamo il nostro universo ad una singolarità o che riconosciamo la teoria del “multiverso”. Forse esistono “multiversi”, ma una domanda deve essere comunque posta, “come sono apparsi?” Una domanda più adeguata sarebbe forse “quale è la dimensione del vostro Dio?” È egli un Dio dal potenziale infinito o semplicemente un idolo tridimensionale limitato ad una struttura cellulare di pietra e di legno? E’un Dio capace rivelarsi a noi assumendo la sembianza di un uomo “per morire su una croce di legno anche se aveva creato la montagna sulla quale si trovava?”

Accettare l'esistenza di un Dio personale è una decisione alla quale dobbiamo arrivare utilizzando il nostro cuore ed la nostra mente, poiché la mente non è sempre in grado di trovare una ragione, anche ingiustificata, per non accettare l'esistenza di un Creatore, una Causa Prima, un Dio onnipotente ed onnipresente. Nella nostra vanità intellettuale possiamo sempre trovare una ragione che ingenuamente crediamo precluda l'esistenza di Dio, soltanto per trovare Dio ad attenderci appena oltre i limiti della nostra comprensione, che attende con pazienza che il nostro cuore e la nostra coscienza si allarghino e lo riconoscano. Quando l'uomo del Rinascimento si rese conto che la terra era rotonda e non piatta, molti hanno cessato di credere in Dio, anche se il libro di Isaia, scritto verso il 700 avanti Cristo, ci dice chiaramente che la terra è un “globo”:

“Egli è colui che sta assiso sul globo della terra e gli abitanti d'essa sono per lui come locuste” (Esaia 40:22 Luzzi). Un po’ oltre Isaia 40:26-28 continua: “Alzate gli occhi e osservate: chi ha creato le stelle? Solo uno, il Forte e Potente. Egli le conosce una per una; le chiama tutte per nome e nessuna manca all'appello…. Voi non sapete, non avete udito che il Signore è Dio per sempre? Egli ha creato il mondo e non si stanca mai. Nessuno può capire a fondo la sua intelligenza.”

Nel nostro orgoglio, guadagniamo un po’ di conoscenza e pensiamo si essere in grado di confutare l'esistenza di Dio, soltanto per trovare Dio ad attenderci oltre il nostro limitato orizzonte intellettuale.

Come le Salmista dichiara giustamente nel salmo 139:
“Come andare lontano da te, come sfuggire al tuo sguardo? Salgo in cielo, e tu sei là; scendo nel mondo dei morti, e là ti trovo.”

La Bibbia non è limitata nella sua comprensione, tuttavia il nostro pensiero lo è. La scienza rivela semplicemente nuovi panorami di crescente complessità, decorati con le impronte digitali di Dio. La vera scienza attesta dell'esistenza di una Mente Soprannaturale ed Infinita, quella di un Mastro Disegnatore.

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Il sole è essenziale per la vita su terra, eppure l'esistenza del sole e delle stelle, che sono soprattutto atomi d'idrogeno che collassano, in generale è miracolosa. La probabilità che le stelle e le forze che le governano siano accidentali è praticamente nulla. Affinché le stelle possano esistere devono sussistere le seguenti forze:

1) Una forza gravitazionale debole è necessaria affinché l’universo esista così com’è:

La forza secondo la quale una particella qualsiasi è influenzata dalla gravità è proporzionale alla sua massa. Quanto alla forza tra due corpi, questa è calcolata moltiplicando le due masse insieme, e moltiplicando il risultato per la costante universale, la cui straordinaria piccolezza è uno dei misteri associati ai parametri della fisica delle particelle. La costante gravitazionale ha una massa di circa dieci potenza meno trentotto (10–38) e rappresenta la forza gravitazionale tra i due protoni.

La gravità è una forza debole, svolge tuttavia un ruolo importante sulla terra e nello spazio. I corpi stellari sono composti da un numero enorme di particelle e l'attrazione gravitazionale minuscola di ogni particella ha un effetto cumulativo rilevante. Le stelle non possono esistere senza una costante gravitazionale debole. Più la gravità è debole, più occorrono protoni ammassati gli uni sugli altri perché la pressione al centro possa iniziare una reazione nucleare. Poichè la costante gravitazionale è minuscola, le stelle devono essere enormi, e dato che sono così grandi, possono bruciare per miliardi di anni.

Se la forza gravitazionale fosse più forte di quello che è, le stelle sarebbero molto più piccole e brucerebbero più rapidamente.

2) I neutroni, protoni ed elettroni sono esattamente della giusta dimensione per la fisica quantica, nucleare ed atomica:

Il neutrone è più pesante del protone appena di due millesimi. L'elettrone è mille e ottocento volte più leggero del protone ma, stranamente, la massa dell'elettrone corrisponde appena alla differenza di peso tra il neutrone ed il protone. Senza questa differenza di masse, sarebbe impossibile per il nucleo rimanere unito per formare un nucleo stabile. Senza nuclei stabili, il mondo che conosciamo non esisterebbe.

3) La densità intrinseca della massa e dell'energia dello spazio vuoto:

Un volume di spazio vuoto ha una massa secondo la Teoria Generale della Relatività di Einstein. Questa massa è una costante cosmologica che misura una densità intrinseca di massa e d'energia. Se questa costante fosse considerevole, l'universo si contrarrebbe e collasserebbe gravitazionalmente come un buco nero o una stella morta che implode. Affinché ciò non accada, la massa di protone della costante cosmologica non deve essere superiore a circa dieci potenza meno quaranta (10–40). Una costante più elevata risulterebbe in un universo di breve durata dove le stelle non si formano.

4) Alfa:

La luce che irradia dalle stelle permette loro liberarsi dell'energia che producono e quindi impedisce loro di esplodere. La luce è un aspetto dell'elettromagnetismo. La forza elettrica tra due particelle fondamentali è molto più potente della loro attrazione gravitazionale. L'intensità dell'interazione elettrica è misurata da un numero chiamato alfa, che è la misura della forza elettrica tra due protoni o elettroni ed ha un valore di circa 1/137. Questa è una costante che permette alle stelle di irradiare la luce. Gli scienziati, durante tutto il ventesimo secolo, hanno provato a comprendere perché alfa è questa costante necessaria, senza trovare spiegazioni, eccetto quelle di una tecnologia intelligente.

5) Forza nucleare forte:

I carichi dello stesso segno si rifiutano. I protoni sono carichi dello stesso segno e la maggior parte degli atomi contiene numerosi protoni molto stretti gli uni agli altri. Di conseguenza, gli atomi dovrebbero rifiutarsi fortemente, a meno che un'altra forza li trattenga insieme, una forza più potente della gravità o dell'elettricità.Questa forza deve essere sufficientemente potente per tenere insieme i centri atomici, ma non troppo potente da impedire reazioni a catena di reazioni nucleari di una stella. Questa forza deve essere anche di breve portata per non legare elettroni, protoni e neutroni insieme e rendere impossibile ogni reazione chimica. Questa forza esiste, si chiama forza nucleare forte, ed il suo ambito d'influenza è quello di un nucleo d'atomo.

6) Forza nucleare debole:

Un'altra forza necessaria è chiamata forza nucleare debole. Questa forza è troppo debole per legare, ma controlla la reazione nucleare di base nella fisica delle stelle, secondo la quale un elettrone ed un protone sono trasformati in un neutrone ed in un neutrino.

I dati di cui sopra sono stati tratti dal libro di Lee Smolin “The life of the cosmos” - La vita del cosmo - (Oxford University Press,1997). Lee Smolin afferma nel corso di una discussione che titola “The miracle of Stars” - Il miracolo delle stelle -:

“Se dobbiamo realmente comprendere il nostro universo, i rapporti tra le strutture su grande scala e le particelle elementari devono essere compresi come più che semplici coincidenze. Dobbiamo comprendere come i parametri che disciplinano le particelle elementari e la loro interazione possono accordarsi ed equilibrarsi in modo da permettere l'esistenza di un universo così vario e complesso.

“Certamente, l'ipotesi che si tratti soltanto di una coincidenza è sempre possibile. Ma, forse, prima di andare oltre, dobbiamo interrogarci su quale sia la probabilità che un universo creato scegliendo parametri a caso possa contenere le stelle. Visto ciò che abbiamo già detto, è facile valutare questa probabilità.....Il risultato, in cifra tonda, è di circa una possibilità su dieci potenza meno duecentoventinove (10- 229)”.

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